Disturbo Ossessivo Compulsivo2019-03-22T00:43:35+01:00

Disturbo Ossessivo Compulsivo

Il DOC è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e/o compulsioni. Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti che sono vissuti come indesiderati, mentre le compulsioni sono comportamenti o azioni mentali ripetitive che un individuo si sente obbligato a compiere in risposta ad un’ossessione o secondo regole che devono essere applicate rigidamente.

Alcuni disturbi ossessivo compulsivo e correlati sono caratterizzati anche da preoccupazioni e da comportamenti ripetitivi o azioni mentali in risposta alle preoccupazioni. Altri ancora sono invece caratterizzati principalmente da ricorrenti comportamenti ripetitivi focalizzati sul corpo (per es., strapparsi i peli, stuzzicarsi la pelle) e ripetuti tentativi di ridurre o interrompere tali comportamenti.
Inoltre vi sono stretti rapporti tra i disturbi d’ansia e alcuni disturbi ossessivo-compulsivo e correlati (per es., il DOC).

Disturbo Ossessivo-Compulsivo

Caratteristiche essenziali del Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) sono pensieri, immagini o impulsi ricorrenti che creano allarme o paura e che costringono la persona a mettere in atto comportamenti ripetitivi o azioni mentali. Il DOC è quindi caratterizzato da ossessioni e compulsioni. Almeno l’80% dei pazienti con DOC ha sia ossessioni che compulsioni, meno del 20% ha solo ossessioni o solo compulsioni. Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi che si presentano più e più volte e sono al di fuori del controllo di chi li sperimenta.

Tali idee sono sentite come disturbanti, intrusive e, almeno quando le persone non sono assalite dall’ansia, sono giudicate come infondate ed insensate. Le persone con DOC possono preoccuparsi eccessivamente dello sporco e dei germi o essere ossessionate dall’idea di potersi contaminare o poter contaminare gli altri. Possono essere terrorizzate dalla paura di avere inavvertitamente fatto del male a qualcuno (magari mentre facevano manovra con l’auto per uscire da un parcheggio), di poter perdere il controllo di sé e diventare aggressive in certe situazioni, di aver contratto malattie infettive o di essere omosessuali, anche se di solito riconoscono che tutto ciò non è realistico.

Le ossessioni sono accompagnate da emozioni sgradevoli, come paura, disgusto, disagio, dubbi, o dalla sensazione di non aver fatto le cose nel “modo giusto” e gli innumerevoli sforzi per contrastarle non hanno successo, se non momentaneo. Al contrario delle ossessioni, le preoccupazioni non sono eccessive o prive di una base razionale in quanto si riferiscono a rischi reali che tutti riconoscono come tali.

Le compulsioni vengono anche definite rituali o cerimoniali e sono comportamenti ripetitivi (lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (contare, pregare, ripetere formule mentalmente) messi in atto per ridurre il senso di disagio e l’ansia provocati dai pensieri e dagli impulsi tipici delle ossessioni; costituiscono, cioè, un tentativo di elusione del disagio, un mezzo per cercare di conseguire un controllo sulla propria ansia. Le persone con ossessione da contaminazione possono lavarsi costantemente le mani fino a provocarsi delle escoriazioni.

Una persona può ripetutamente controllare di aver chiuso il gas per la paura ossessiva di far scoppiare la casa, un’altra può contare oggetti più e più volte per l’ossessione di averli perduti. In generale tutte le compulsioni che includono la pulizia, il lavaggio, il controllo, l’ordine, il conteggio, la ripetizione ed il collezionare si trasformano in rigide regole di comportamento e sono spesso bizzarre ed eccessive. Le compulsioni assumono spesso un carattere talmente abituale e ripetitivo che vengono attuate, a scopo preventivo, anche in assenza di ossessioni. Diventano azioni studiate e prestabilite, eseguite con cura meticolosa, che non possono in alcun modo essere interrotte o modificate nella loro sequenza.

Mentre il contenuto specifico delle ossessioni e compulsioni varia a seconda degli individui, nel DOC sono comuni alcune dimensioni sintomatologiche tra cui quelle di pulizia (ossessioni di contaminazione e compulsioni di pulizia); di simmetria (ossessioni di simmetria e compulsioni di ripetizione, ordine e conteggio); di pensieri proibiti o tabù (per es., ossessioni aggressive, sessuali, religiose e relative compulsioni); e di danno (per es., timori di danno a se stessi o agli altri e relative compulsioni di controllo).

DSM-5: Disturbo ossessivo-compulsivo – Criteri diagnostici

A. Presenza di ossessioni, compulsioni, o entrambi:
Le ossessioni sono definite da 1) e 2):
1. Pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti, vissuti, in qualche momento nel corso del disturbo, come intrusivi e indesiderati e che nella maggior parte degli individui causano ansia o disagio marcati.
2. Il soggetto tenta di ignorare o di sopprimere tali pensieri, impulsi o immagini, o di neutralizzarli con altri pensieri o azioni (cioè mettendo in atto una compulsione).
Le compulsioni sono definite da 1) e 2):
1. Comportamenti ripetitivi (per es., lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (per es., contare, pregare, ripetere parole mentalmente) che il soggetto si sente obbligato a mettere in atto in risposta ad un’ossessione o secondo regole che devono essere applicate rigidamente.
2. I comportamenti o le azioni mentali sono volti a prevenire o a ridurre l’ansia o il disagio o a prevenire alcuni eventi o situazioni temuti; tuttavia, questi comportamenti o azioni mentali non sono collegati in modo realistico con ciò che sono designati a neutralizzare o a prevenire, oppure sono chiaramente eccessivi.
Nota: I bambini piccoli possono non essere in grado di articolare le ragioni di questi comportamenti o azioni mentali.
B. Le ossessioni o compulsioni fanno consumare tempo (per es., più di 1 ora al giorno) o causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
C. I sintomi ossessivo-compulsivi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza (per es., una droga, un farmaco) o un’altra condizione medica.
D. Il disturbo non è meglio giustificato da sintomi di un altro disturbo mentale (per es., eccessive preoccupazioni, come nel disturbo d’ansia generalizzata; preoccupazioni legate all’aspetto, come nel disturbo da dismorfismo corporeo; difficoltà di gettare via o separarsi dai propri averi, come nel disturbo da accumulo; strapparsi peli come nella tricotillomania; stuzzicamento della pelle, come nel disturbo da escoriazione; stereotipie, come nel disturbo da movimento stereotipato; comportamento alimentare ritualizzato, come nei disturbi alimentari; preoccupazione per sostanze o per il gioco d’azzardo, come nei disturbi correlati a sostanze e nei disturbi da addiction; preoccupazioni legate all’avere una malattia, come nei disturbi da ansia di malattia; impulsi o fantasie sessuali, come nei disturbi parafilici; impulsi, come nei disturbi da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta; ruminazioni relative al senso di colpa, come nel disturbo depressivo maggiore; pensieri intrusivi o preoccupazioni deliranti, come nei disturbi dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici; oppure pattern di comportamenti ripetitivi, come nel disturbo dello spettro dell’autismo).

Specificare se:
Con insight buono o sufficiente: L’individuo riconosce che le convinzioni del disturbo ossessivo-compulsivo sono decisamente o probabilmente non vere, o che esse possono essere o possono non essere vere.
Con insight scarso: L’individuo riconosce che le convinzioni del disturbo ossessivo-compulsivo siano probabilmente vere.
Con insight assente/convinzioni deliranti: L’individuo è assolutamente sicuro che le convinzioni del disturbo ossessivo-compulsivo siano vere.

Specificare se:
Correlato a tic: L’individuo ha una storia attuale o passata di disturbo da tic.

Trattamento

L’efficacia della terapia cognitivo-comportamentale nel trattamento del DOC è ormai scientificamente comprovata. Può essere scelta come trattamento d’elezione con ottimi risultati e può essere combinata con il trattamento farmacologico. La tecnica più indicata per la cura del disturbo ossessivo compulsivo è, infatti, l’esposizione con prevenzione della risposta (Exposure and Response-Prevention – E/RP), che costituisce la parte comportamentale del trattamento. Essa consiste nell’esporre gradatamente il paziente al pensiero, immagine o evento temuto e nel fare in modo che resista all’impulso di compiere il cerimoniale. Di solito l’esposizione si svolge con una modalità graduale, iniziando con i compiti più facili e procedendo con quelli più difficili. I cambiamenti, infatti, devono avvenire gradualmente e sempre secondo il ritmo del paziente.

Disturbi correlati

Il disturbo di dismorfismo corporeo è caratterizzato dalla preoccupazione per uno o più difetti o imperfezioni percepiti nell’aspetto fisico che non sono osservabili o appaiono solo lievi agli altri, e da comportamenti ripetitivi (per es., guardarsi allo specchio, curarsi eccessivamente del proprio aspetto, stuzzicarsi la pelle, o ricercare rassicurazione) oppure azioni mentali (per es., confrontare il proprio aspetto fisico con quello degli altri) in risposta a preoccupazioni legate all’aspetto.

Il disturbo da accumulo è caratterizzato dalla persistente difficoltà di gettare via o separarsi dai propri averi, a prescindere dal loro valore reale, a seguito di un forte bisogno percepito di conservare gli oggetti e del disagio associato al gettarli via. Il disturbo da accumulo differisce dal normare perfezionismo.

La tricotillomania (disturbo da strappamento di peli) è caratterizzata dal ricorrente strapparsi capelli o peli che porta a perdita di capelli o peli e a ripetuti tentativi di ridurre o interrompere lo strapparsi capelli o peli. I comportamenti ripetitivi focalizzati sul corpo non sono innescati da ossessioni o preoccupazioni tuttavia possono essere preceduti o accompagnati da vari stati emotivi, come sentimenti di ansia o noia. Possono essere anche preceduti da un aumentato senso di tensione, oppure possono portare a gratificazione o piacere o a un senso di sollievo quando il capello o il pelo viene strappato o la pelle viene stuzzicata.

Disturbo di Dismorfismo Corporeo

La caratteristica fondamentale del Disturbo di Dismorfismo Corporeo (Dismorfofobia) è la preoccupazione eccessiva per un difetto (reale o immaginario) nell’aspetto fisico. La persona focalizza l’attenzione sul “difetto” che tende in questo modo a diventare il pensiero dominante nella sua quotidianità fino a coinvolgere inevitabilmente tutti gli ambiti della sua vita. In genere chi ne è affetto si rende conto che la sua preoccupazione è sproporzionata ma non riesce a fare a meno di preoccuparsene.

Spesso il problema è a carico di tratti del viso (in particolare del naso), della peluria del corpo, o delle sue dimensioni (nelle donne: seno, fianchi e gambe). Le preoccupazioni legate al disturbo sono di solito difficili da controllare; in conseguenza di ciò, essi spesso passano molte ore al giorno a rimuginare attorno al loro “difetto fisico” e a come porvi rimedio (talvolta ricorrendo, ad esempio, alla chirurgia estetica), al punto che questi pensieri possono dominare la loro vita. Tratti di dismorfismo corporeo sono presenti nei disturbi del comportamento alimentare (in particolare anoressia nervosa e bulimia nervosa).

Trattamento

I disturbi correlati pur essendo spesso abbastanza complessi possono giovare di una psicoterapia cognitivo-comportamentale che agisca sulla percezione del proprio corpo, sulla propria autostima e sul senso di efficacia. L’obiettivo a breve termine del trattamento consiste nell’eliminare i sintomi non funzionali al benessere del paziente migliorando il senso di autoefficacia in campo sociale, lavorativo e relazionale.

Bibliografia

DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Raffaello Cortina Editore, Milano 2014.

Film
Qualcosa è cambiato (James L. Brooks, 1997)